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Ortopedia

Il “mal di testa”: un disturbo diffuso da imparare a conoscere

Young woman suffering from headache at home

Il “mal di testa” è una delle patologie croniche più ricorrenti nel mondo, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la colloca al 19° posto tra le patologie disabilitanti. 

L’impatto sociale di questo disturbo è elevato sia per i costi diretti legati alle cure necessarie, che per quelli indiretti in termini di diminuzione della produttività.

Il “mal di testa” infatti, come viene comunemente chiamato, è una patologia disabilitante, che può incidere negativamente sulla qualità della vita dei soggetti colpiti. 

Le cefalee si possono classificare in primarie e secondarie: nel primo caso, vengono incluse quelle forme di cui non si riesce ad identificare una causa organica vera e propria. Sono le più frequenti, colpiscono in maniera episodica circa dieci milioni di italiani con un’incidenza maggiore sul genere femminile. Nella maggior parte dei casi però, sono anche patologie risolvibili o migliorabili con una terapia adeguata. In generale, possiamo considerarle come una modalità di reazione anomala del sistema nervoso a determinati fattori ambientali. 

Le cefalee primarie vengono classificate in tre grandi categorie: l’emicrania è la più nota. Si manifesta principalmente in età adulta, tra i 35 e i 45 anni di età, intervallo in cui colpisce maggiormente la popolazione femminile. Può coinvolgere aree diverse del capo e insorgere in qualunque momento della giornata. Causa un dolore severo e pulsante, aggravato dai movimenti o dagli stimoli luminosi e sensoriali in generale.

Le cefalee di tipo tensivo identificano il “mal di testa” più comune, che chiunque, almeno saltuariamente, ha sperimentato. Causano un dolore di minore intensità, non compromettendo necessariamente lo svolgimento delle attività quotidiane. La vera difficoltà insorge quando tendono a diventare croniche, causando un malessere protratto o ripetuto nel tempo. 

Infine, la cefalea a grappolo, più rara ma più invalidante, provoca dolori intensi, fortunatamente episodici, solo raramente cronici. Viene definita “a grappolo” perché i singoli attacchi tendono a concentrarsi in periodi di qualche mese per poi sparire e ricomparire a distanza di tempo. 

Le cefalee secondarie, invece, sono meno frequenti ma possono dipendere da diverse condizioni patologiche. Sarà il medico a prescrivere maggiori indagini per una corretta diagnosi e la valutazione della terapia adeguata, in base all’eziologia della cefalea.