Obiettivo del Risk Manager è rendere l’ospedale un luogo sempre più sicuro per il paziente, il che significa ridurre quanto più possibile la probabilità di errore in ambito clinico e assistenziale.
La dottoressa Lorena Zanini è responsabile, per la Clinica San Francesco della gestione del risk management.
Quali sono gli obiettivi di una politica di Risk Management?
- Migliorare la qualità dell’assistenza al fine di ridurre i rischi legati al processo diagnostico terapeutico e quindi offrire maggiori garanzie di sicurezza al paziente.
- Tutelare l’immagine dell’azienda.
- Tutelare chi esercita la propria attività nella struttura.
Quando la gestione del rischio clinico è ottimale?
Una gestione del rischio clinico si definisce ottimale quando assicura:
– Una comunicazione efficace ai diversi livelli operativi: fondamentale quella tra operatore/operatore, soprattutto nelle fasi di passaggio e presa in carico del paziente tra i diversi team di assistenza.
– La diffusione della cultura della sicurezza in tutta l’organizzazione e delle conoscenze e abilità non tecniche tra tutti gli operatori affinché adottino costantemente comportamenti sicuri.
– La sicurezza degli ambienti e dei contesti integrando nel modello organizzativo le diverse funzioni che gestiscono le manutenzioni, il percorso per i farmaci, per i dispositivi, per i campioni biologici, per gli alimenti, per la sterilizzazione dei materiali, per i rifiuti, per il trasporto del paziente, per la gestione delle emergenze interne ed esterne.
– La standardizzazione dei processi assistenziali intesi come identificazione del paziente, la ripetizione di informazioni importanti/critiche, prevenzione delle cadute e delle lesioni da decubito, lavaggio delle mani, controllo delle infezioni ospedaliere, gestione del dolore, emergenze sanitarie,
integrazione dei percorsi clinico-assistenziali, applicazione delle raccomandazioni ministeriali.
– La gestione dell’evento avverso oppure evento evitato inteso come aspetti operativi immediati e a medio termine, modalità di comunicazione nei confronti dei pazienti e loro familiari, delle associazioni di tutela dell’utenza e dei media, supporto e sostegno agli operatori coinvolti e ai pazienti e i loro familiari.
– L’apprendimento dall’esperienza (analisi reattive e proattive, indagini sulla cultura della sicurezza, valutazioni tra pari sulla sicurezza).