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Prevenzione

CHIRURGIA PROTESICA E CONTROLLO DELLE INFEZIONI: L’ESPERIENZA DELLA CLINICA SAN FRANCESCO

Nel campo della chirurgica ortopedica l’impianto delle prostesi articolari è in continuo aumento, soprattutto a causa dell’invecchiamento della popolazione. Pazienti più anziani spesso significa pazienti più fragili e più esposti alle complicanze più gravi. Nel caso dell’intervento chirurgico di sostituzione protesica la complicazione più temuta è l’infezione periprotesica, che si manifesta quando la superficie metallica della protesi diventa terreno ideale per la crescita dei batteri al riparo dalle difese immunitarie dell’organismo.

La percentuale di incidenza di questa infezione varia dall’1,5-2 % per le protesi d’anca e tra il 2,5 e 5% per quelle di ginocchio. “Queste percentuali sono rimaste invariate significativamente nel tempo nonostante l’ottimizzazione delle tecniche e dei tempi chirurgici, le norme di sterilità osservate nelle sale operatorie e la profilassi antibiotica peri-operatoria poiché è cambiato il profilo dei pazienti; vengono operati pazienti sempre più complessi e affetti da più malattie legate all’invecchiamento che un tempo difficilmente andavano incontro a sostituzione protesica – ha spiegato il dottor Maurizio Solbiati, consulente infettivologo per la Clinica San Francesco – Essersi mantenuti a tali livelli di infezione non va pertanto considerato un insuccesso. Le infezioni peri-protesiche assumono un ruolo di primaria importanza nel causare prolungamento della degenza post-operatoria dell’allettamento, assenza dal lavoro, costi aggiuntivi legati alla terapia farmacologica antibiotica e quindi ricadute economiche negative”.

Le attività di prevenzione e controllo del rischio infettivo rappresentano un elemento centrale nella gestione clinica e sono parte integrante delle attività di risk management e di miglioramento continuo della qualità poste in essere dalla Clinica San Francesco. Per questa ragione da tempo è operativo, all’interno della struttura un Comitato di Controllo delle ICA (Infezioni Correlate all’Assistenza) così come previsto dalle norme sanitarie vigenti.

“L’identificazione, la valutazione, la prevenzione, e la gestione, del rischio infettivo sono coordinati dal Comitato di Controllo delle Infezioni Correlate all’Assistenza (CC-ICA) e svolte in collaborazione con i servizi di igiene ospedaliera e di ingegneria clinica, e si basano sulla sorveglianza clinica e di laboratorio, sul controllo e la revisione periodica delle procedure riguardanti tutte le attività correlate al rischio infettivo e sulla formazione continua del personale. – ha spiegato Solbiati – La prevenzione delle infezioni del sito chirurgico si basa su tre momenti: prima, durante e dopo l’intervento. Già al momento della raccolta dei dati anamnestici ed alla luce degli esami preoperatori vengono valutati gli eventuali fattori di rischio (obesità, malnutrizione, abitudine al fumo, diabete, terapie con cortisone, infezioni urinarie asintomatiche, immunodepressione) che possono essere mitigati o corretti. Viene inoltre consegnato all’utente una sorta di vademecum di ciò che deve essere fatto prima dell’intervento (doccia, rasatura eventuale ecc). Il momento perioperatorio, ovvero immediatamente prima-durante-immediatamente dopo l’operazione, si basa sulla appropriata profilassi antibiotica (per scelta di farmaco, dosaggio e tempo di somministrazione), sull’accurato lavaggio antisettico delle mani degli operatori, sulla preparazione  e disinfezione della cute nel sito chirurgico, sull’utilizzo di sistemi di ventilazione a flusso laminare ed utilizzo di scafandri simili a tute spaziali da parte del team chirurgico che prevedono anche la protezione del viso e della testa con un casco, l’impiego di tecniche chirurgiche mininvasive e microinvasive (come la metodica robotica) e razionalizzazione dei movimenti del personale in sala operatoria. La fase postoperatoria, che segue in reparto di degenza, richiede l’adeguata gestione della ferita chirurgica e degli eventuali drenaggi, così da ridurre al minimo la durata della permanenza in ospedale ed infine nella rapida presa in carico del paziente una volta dimesso”.

La Clinica San Francesco è impegnata in un costante sforzo di adesione alle linee guida internazionali e nazionali (soprattutto quelle emesse dalla SIOT Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia), con il permanente aggiornamento di tutto il personale sanitario coinvolto nella applicazione dei protocolli con verifiche periodiche di audit: “la carenza di procedure validate e condivise costituisce uno fra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di ICA – ha concluso Solbiati –  Tuttavia anche i pazienti ed i familiari devono essere incoraggiati a conoscere e a utilizzare le pratiche di prevenzione più efficaci, per raggiungere insieme alla struttura sanitaria l’obiettivo della loro diminuzione”.

Clinica San Francesco

La Clinica San Francesco è una struttura privata accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale, specializzata in ortopedia e traumatologia e sede del CORE – Centro di Ortopedia Robotica Europeo.