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Ortopedia

Piede piatto? Meglio curarlo da bambini!

Un difetto dei piedi può incidere sulla postura e tradursi, nel tempo, in un modo di camminare sbagliato, causando problemi a schiena e articolazioni. Questa è la conseguenza diretta di un mancato intervento di correzione del piede in età infantile che difficilmente si può risolvere da adulti.

Un esempio è il piede piatto: una volta cresciuti è difficile pensare di correggerlo senza intervenire chirurgicamente, per questo è importante che i genitori mantengano alta l’attenzione sulla postura, sui piedi e sul modo di camminare dei loro bambini, senza esitare, nel caso, a rivolgersi al pediatra o a uno specialista.

Piede piatto: come riconoscerlo e correggerlo da bambini

Il piede piatto è la patologia più comune nel mondo occidentale. Si tratta di una condizione che nei primi anni di vita, diciamo fino ai 4 anni, è assolutamente fisiologica – spiega Michele Montanari, chirurgo specializzato in chirurgia del piede della Clinica San FrancescoCon l’avanzare dell’età, però, i bambini dovrebbero iniziare a sviluppare l’arcata del piede, importante per la spinta fondamentale alla deambulazione. Quando questo non avviene, bisogna intervenire”.

È fondamentale diagnosticare il piede piatto in età infantile, poiché basta davvero poco per apportare migliorie – continua Montanari –. Si possono usare plantari, che aiutano a mantenere una postura corretta, oppure si può curare il piede piatto con la chirurgia: nel bambino, l’intervento non è per nulla doloroso o invasivo, a differenza di quando si opera un adulto. Per il bambino si tratta di un ricovero in giornata, l’intervento dura pochi minuti e il post operatorio prevede soltanto dei tutori di posizione. La convalescenza dura una decina di giorni. Per gli adulti operazione e decorso sono più impegnativi e complessi”.

Come prevenire il piede piatto?

Quali sono gli accorgimenti che i genitori possono adottare nei primi anni di vita dei loro bambini, per evitare che crescendo insorgano disturbi e difetti nella deambulazione?

Innanzitutto è importante che i bambini – nella fase di apprendimento motorio, cioè da quando cominciano a muovere i primi passi, e almeno fino ai quattro anni d’età – indossino le scarpe il meno possibile: meglio lasciarli scalzi, oppure privilegiare l’uso di calzini antiscivolo. Questo consente il corretto sviluppo dell’arco plantare.

Quando obbligati ad indossare le scarpe, perché bisogna uscire, è importante che i bambini indossino calzature senza plantari, morbide e flessibili, privilegiando l’uso di materiali traspiranti e calzini per evitare che il piede venga intaccato da vesciche e batteri.

Un ultimo consiglio: è bene per i bambini non indossare scarpe usate, perché significherebbe costringerli ad adattare il loro modo di camminare a una scarpa che ha già l’impronta di un altro piede.

Michele Montanari

Chirurgo Ortopedico

Area medica e di ricerca: Chirurgia ortopedica del piede e della caviglia.

Specializzazione: Artroscopia protesica.